(10-04-2006 Altroconsumo.it)
A trarre vantaggio dal latte in polvere venduto a caro prezzo, con il pretesto che contiene particolari nutrienti aggiunti, sono solo le industrie alimentari che lo producono. Il neonato nutrito con quell’alimento si sviluppa esattamente come il lattante abituato al latte in polvere a basso costo. A questa conclusione è giunto un gruppo di pediatri coordinato da Giuseppe Magazzù, professore ordinario presso la Clinica pediatrica di Messina. L’entrata in commercio all’inizio dello scorso anno di nuovi latti per l’infanzia, a un prezzo inferiore a quelli – costosissimi – già presenti sul mercato italiano, aveva innescato un acceso dibattito. Alcuni neonatologi, pediatri e nutrizionisti avevano sostenuto che l’aggiunta di alcuni nutrienti funzionali, come gli acidi grassi polinsaturi a lunga catena (Omega 3 e Omega 6 indicati in etichetta come Lc-Pufa) rendeva il latte migliore, poiché quelle sostanze incrementano lo sviluppo neurologico e la vista e prevengono le allergie.
Il gruppo di studio siciliano ha raccolto e messo a confronto la letteratura disponibile in materia. Il risultato? Le differenze di sviluppo sono evidenti solo quando il bambino è allattato al seno, segno questo che l’alimento materno contiene qualche fattore non presente in quelli artificiali sia di alto sia di basso prezzo.
(Fonte: Quaderni acp, novembre-dicembre 2005)